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PISA | TUSCANY | ITALY

Diane incontra: mariangela di pisa folk

  • cinemalumiere
  • 6 mag
  • Tempo di lettura: 6 min


Diane: se siete fuorisede e venite da una città lontana, in lei sicuramente vi potrete rivedere. Mariangela Barbarito è stata anche lei una studentessa dell’Università di Pisa, fuorisede originaria della Puglia. Il suo percorso universitario l’ha portata ad avvicinarsi a diverse realtà tra cui il Pisa Folk Festival prima e in quest’ultimo anno il Cosv, di cui oggi, proprio attraverso le sue parole, parleremo e di cui è Presidente.


Intervista a Mariangela Barbarito


D: Ciao Mariangela, grazie per aver accettato il nostro invito. Ti abbiamo invitato qui perché con te vorremmo approfondire due realtà pisane di cui tu fai parte: l’Associazione Pisa Folk e il Comitato degli Operatori dello Spettacolo dal Vivo; però prima ti chiedo gentilmente di presentarti ai nostri lettori.

M: Sono Mariangela Barbarito, ho 36 anni e vivo a Pisa ormai dal lontano 2004, sono di origine pugliese e mi sono trasferita a Pisa per studiare. Ho conseguito una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, sia triennale che specialistica, e poi un dottorato di ricerca in Geopolitica. Durante il mio percorso universitario ho fatto diverse esperienze all'estero: due volte in Francia e una in Marocco per un progetto di ricerca europeo. Finiti gli studi ho continuato a lavorare in ambito accademico- universitario ricoprendo diversi ruoli come co.co.co e assegnista e poi come personale amministrativo, ad oggi, a tempo indeterminato. Durante l'esperienza universitaria, ho incontrato la lista studentesca, Sinistra per… nella quale mi sono impegnata come rappresentante degli studenti. Nell’ambito delle iniziative studentesche ho iniziato ad occuparmi anche delle attività culturali ed è in questo contesto che è nata la mia passione per le attività culturali in senso lato, come supporto all'organizzazione di eventi, prima all'interno dell'ateneo e poi fuori. Le attività in cui mi sono sempre impegnata sono tutte quelle inerenti l'organizzazione di concerti, spettacolo teatrali, conferenze ed in particolare quelli del Pisa Folk Festival.


D: A proposito del Pisa Folk Festival, ci vuoi raccontare la storia di questo evento e dell'associazione che lo organizza?

M: Il Festival come dicevamo nasce in un contesto universitario ormai 20 anni fa, poi nel 2012 è nata l’Associazione Pisa Folk che ha preso in mano le redini del Festival traghettandolo in una dimensione cittadina a 360°. L’Associazione vanta 10 membri attivi durante l’anno, numerosi membri che ci raggiungono durante gli eventi e inoltre si fregia della collaborazione di numerose realtà tra cui l’Associazione The Thing, il Cinema Lumière, il Cinema Arsenale, Pisa Jazz, l’Ass. studentesca Ritmi Meridiani e altri importanti enti e soggetti, sia associativi che istituzionali, come il comune di Pisa. Per due anni ho ricoperto il ruolo di presidente ed attualmente mi occupo di seguire tutto quello che concerne il supporto organizzativo, in particolare, la predisposizione di risposte a bandi di natura istituzionale e non, e ricerca di partnership. Personalmente il mio impegno è a titolo volontario, sono fortemente convinta che sia importante occuparsi della città in cui viviamo anche attraverso attività associative, benefiche, culturali e volontarie in modo tale che ognuno possa dare il suo contributo al "bene comune".


D: Quando si terrà il Pisa Folk Festival? E quali temi affronterà quest'anno?

M: L'organizzazione del festival è già iniziata da diversi mesi e ci auspichiamo di poterlo realizzare nel mese di Luglio 2022. Il festival ha sempre affrontato diverse tematiche nelle sue varie edizioni, come ad esempio la tematica della donna, del viaggio o del Mediterraneo, quest'anno abbiamo deciso di non parlare di una sola tematica esclusiva bensì di celebrare i 20 anni del Pisa Folk Festival. Non pensiamo a delle celebrazioni autoreferenziali ma cercheremo di spiegare cosa è il nostro festival , un festival di musica e tradizioni popolari e che cosa significa per la città. Il nostro messaggio resta sempre lo stesso: favorire l'integrazione tra le diverse culture regionali che abitano e vivono questa città e anche tra generazioni differenti: giovanissimi, studenti, fuori sede, adulti e anziani. Speriamo in una grande festa popolare, ovviamente il tutto attenendoci alle prescrizioni vigenti, sia ministeriali e comunali.


D: L'Associazione Pisa Folk si occupa anche di altri eventi oltre al Pisa Folk Festival?

M: L’attività principale è il Pisa Folk Festival, ma abbiamo anche una rassegna autunnale che ha una dimensione più raccolta, ovviamente non possiamo immaginarci i numeri delle piazze, quindi privilegiamo una dimensione acustica, la rassegna autunnale si chiama Autunno in folk , l’ultima edizione si è tenuta a Dicembre 2021 e abbiamo ospitato lo storico gruppo del Gargano I Rione Junno con il loro reading teatrale musicale “Il pane della Puglia” e Marco Rovelli con un reading dedicato invece a Claudio Lolli. Oltre alle due rassegne si alternano anche altre attività durante l'anno che seguono i vari filoni: musica, teatro, danza, conferenze, presentazioni di libri e food. La sezione food per noi è molto importante perché le tradizioni passano anche dalla tavola, il cibo ed il vino sono comunque elementi in cui ci si riconosce. Davanti ad un piatto si raccontano delle storie che appartengono alle nostre nonne, ai nostri genitori, alle comunità da cui veniamo quindi l'integrazione passa anche dalla tavola. Abbiamo infatti una sezione di eventi enogastronomici, cui siamo molto legati, collaborando spesso con produttori locali molto attenti alla valorizzazione del territorio, con degustazioni di prodotti tipici, di vini naturali e di birre artigianali.


D: Ho appreso che ultimamente per fronteggiare l'emergenza Covid è nato anche un comitato, me ne vorresti parlare?

M: Il Comitato operatori culturali-spettacolo dal vivo della città di Pisa, racchiude alcune delle più importanti e significative esperienze culturali pisane e comprende diversi membri tra cui: io, Mariangela Barbarito (Ass. Pisa Folk), Flavia Bucciero (Con.Cor.DA/Movimentoinactor),Francesco Mariotti (Exwide/Pisa Jazz), Antonio Capellupo (Cinema Arsenale), Giovanni Guerrieri (Teatro Sant'Andrea/ Sacchi di Sabbia),Carlo Ipata (Auser Musici), Cristiano Manetti (Caracol), Alessandro Sabadini (Borderline Club), Carlo Scorrano (Teatro Nuovo/ Binario Vivo), Andrea Vescio (Lumiere/The Thing). Questi due anni sono stati difficili per tutte le organizzazioni, in particolare per il mondo della cultura per questo è nato il COSV, per cercare di trovare delle risposte comuni ad un momento estremamente drammatico. Si è sentita la necessità di trovare nuove modalità di dialogo con le istituzioni cittadine, regionali e con le fondazioni private e capire come era possibile e come è ancora possibile mettere in piedi una risposta efficace per evitare che un settore come quello culturale possa morire.


D: Perché non è stata creata prima una cooperazione tra soggetti dello spettacolo? E adesso che è stata creata, quali vantaggi avete riscontrato?

M: Il Covid sotto tutti i punti di vista ha rappresentato una variabile imprevedibile, nel momento della drammaticità si è capito benissimo che stare insieme, confrontarsi, unirsi ed implementare delle sinergie fosse indispensabile per costruire delle strategie di medio e lungo periodo. In passato ci sono state delle relazioni tra diversi soggetti e ci sono ancora in base a delle necessità comuni o a progetti specifici, però il dramma della pandemia ha creato questa esigenza forte di provare a rispondere tutti insieme ad una situazione imprevedibile come quella del Covid-19. Il vantaggio di questo comitato è la sua giovane età, si tratta di una realtà giovane, con una strada ancora da percorrere e quindi sicuramente aperta a tante sfide, a nuovi i traguardi, perché no anche sconfitte, sicuramente sappiamo che dobbiamo lavorare su tante tematiche importanti e mi auguro che questo spirito di coesione e collaborazione venga mantenuto anche dopo l’emergenza pandemica.


D: Secondo te, dopo l’emergenza Covid il settore dello spettacolo dal vivo, tornerà come prima o questa emergenza ha portato a dei cambiamenti radicali?

M: Non credo che tutto possa tornare come prima, sarebbe miope pensare che il covid non ci sia stato. Abbiamo imparato a ripensare e rimodulare le attività sulla base di quelle sono le varie emergenze, ieri il Covid ma ancora prima non dobbiamo dimenticare della grande problematica ambientale, una sfida che ci troviamo davanti, passata in secondo piano, ma di cui non ci dobbiamo dimenticare, quindi bisognerà pensare anche degli eventi culturali che siano sempre più sostenibili e più green. Purtroppo un’altra problematica da affrontare è quella legata alla sostenibilità economica degli eventi, agli aumenti dei costi di produzione cui bisogna far fronte con la diversificazione delle fonti di finanziamento e in questo sia i soggetti pubblici che privati hanno un ruolo cruciale, altrimenti l’organizzazione di eventi culturali rischia di essere sempre più difficile . Infine bisogna ricordare che si sta facendo e bisognerà continuare fare un grande sforzo affinché il pubblico torni in sala, a teatro, al cinema, nelle sale-concerto e nelle piazze, sentendosi sicuro e tranquillo.


D: Siamo arrivate alla fine dell’intervista, per ultima cosa quindi ti chiedo di dare ai nostri lettori un consiglio musicale.

M: Ho iniziato ad ascoltare pochi giorni fa l'ultimo album di Lorenzo Jovanotti che a quanto pare ha moltissime influenze che vengono proprio dalla world music.

 
 
 

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